L'umanità sta per scomparire. La terra è in balia di una piaga che colpisce le più comuni colture, la popolazione soffre la fame e a stento sopporta l'aria satura di polveri e sabbie.
Di questo quadro tragico fa parte una società terrorizzata che rinnega le missioni Apollo etichettandole come strategica propaganda per distruggere il nemico (i russi) e che ripiega ogni elemento sull'agricoltura, andando così a scapito di ogni possibile avanzamento nel campo della ricerca fisica, spaziale o ingegneristica.
La soluzione esiste ma rimane una teoria nelle menti di brillanti scienziati della NASA che in incognito, in questi anni di negazionismo, hanno continuato a lavorare in laboratori sotterranei nascosti a pochi km di distanza dalla casa dell'ex pilota Cooper. Saranno lui e, inaspettatamente, sua figlia a salvare l'umanità da una fine certa.


Non è un film di fantascienza qualunque questo dei fratelli Nolan. Sì perché oltre alla relatvità del tempo, alle realtà pentadimensionali e alle equazioni di meccanica quantistica viene introdotta un'interessante variabile dal possibile valore scientificamente quantificabile: l'amore.
Il tutto è costruito in maniera abbastanza classica per il genere di film:

  • c'è un problema che vede la Terra e i suoi abitanti in pericolo - check!
  • un manipolo di scienziati è disposto a partire per il bene comune - check!
  • la missione comprende una serie di esplorazioni di ricognizione e altre in avanscoperta - check!
  • si palesano dei problemi prontamente risolti e alla fine l'eroe torna a casa - double check!
  • L'amore è forse il più grande colpo di scena del film che in effetti alla fine risulta un pò ridondante, ma non deludente; infatti per tutti i 163 minuti di proiezione viene contrapposto il bene della specie umana a quello del singolo, parallelamente l'amore per la propria razza versus l'amore filiale. Matthew McConaughey nel ruolo del protagonista ed eroe non convince particolarmente, almeno non tanto quanto la superba Jessica Chastain nei panni della figlia ribelle cresciuta percorrendo le orme del padre, o la collega Anne Hathaway nel ruolo di Amelia, la fredda dottoressa, figlia dell'ideatore della spedizione, tanto legata ai principi scientifici quanto schiava di quell'idea dell'amore che da quache parte e per qualche motivo deve poter essere denaturato della sua dimensione e definizione prettamente emotiva, per essere elevato a uno status più nobile e strumentale, appunto scientifico.
    Una congettura originale, come originali sono alcune visioni spaziali, o anche la ricostruzione della stanza della piccola Murph in un unica dimensione in cui convergono varie porte temporali, che lo stesso Cooper utilizzerà come ponte di comunicazione.
    La musica è ricca di pathos e i continui flash di luce e buio, che fanno solo intravedere Cooper mentre attraversa la galassia in cerca di un segno di quanto capiterà, danno un senso di suspance che purtroppo nel resto della visione manca.